Teatro

A tua immagine degli Odemà, all'ITC Teatro di San Lazzaro di Savena (BO)

A tua immagine degli Odemà, all'ITC Teatro di San Lazzaro di Savena (BO)

Sabato 19 marzo prosegue la stagione dell’ITC Teatro di San Lazzaro: la compagnia Odemà presenta A tua immagine lo spettacolo Segnalazione speciale Premio Scenario 2009 e Vincitore Premio dello Spettatore 2010 diretto e interpretato da Enrico Ballardini, Giulia D’Imperio, Davide Gorla.

«Uno spettacolo di grande energia, un pastiche grottesco e divertente, dissacrante e ironicamente arguto su un dio-donna alle prese con un figlio da sacrificare e un diavolo con cui discutere. Gioco per tre attori possenti, con una scrittura che svela progressivamente e inesorabilmente il compromesso storico dell’Uomo costretto a fare i conti con la sua storia e con il bisogno di divino» (A. Porcheddu).

«Circondati dalle nebbie di un non luogo, ci troviamo dinnanzi a dei personaggi altolocatissimi. Il primo di essi è venuto per chieder conto al padre di quali siano i doveri ed i privilegi che comporta questo essere figlio suo. Il secondo, il padre, sembra tergiversare dinnanzi a queste richieste. Infine il terzo è venuto perché anch'egli può trarre degli interessi da questa unione. Ed è proprio il terzo personaggio, questo diavolo, un po’ triste e un po’ ironico ad introdurci in un quadro familiare terribile: quello di Lui, di Dio e di suo figlio Gesù. Parla di un Dio pessimo, ambizioso e insensibile più di chiunque altro alla pena ed al dolore. Unico scopo, dominare sulle genti. Ben venga se utile, il sacrificio dell’unico figlio e altre nefandezze tali da far sperare il diavolo stesso, che non venga attribuita a lui la colpa di tutto questo.
Un progetto che si porta dietro la più orrenda, interminabile scia di morte, soprusi e nefandezze che la storia ricordi e che è ancora miracolosamente in vita oggi. Progetto fin troppo umano e materiale per essere “volontà divina” che da un lato sottrae al testo ed ai personaggi un peso altrimenti insostenibile e dall'altro mette in risalto la “mollezza” di una società facile da plasmare e controllare. Il fortissimo disagio del personaggio è anche il nostro e probabilmente di molti, nei confronti di una cultura che da millenni ci opprime facendo leva su un assurdo ricatto morale. Disagio che ci porta a lanciare questa provocazione, per niente velata dati gli argomenti in questione, anche se l’intento, più che sollevar polemiche dovute alle parole grosse, è un invito ad una riflessione intima» (Odemà).

«Un inedito e scatenato terzetto di personaggi e di attori invade la scena all’interno di una
drammaturgia visionaria, in cui gli uomini interrogano la propria storia, il retaggio delle culture irrigidite, le mistificazioni operate sul nome e in nome di Dio, e dove invece, chi umano non è, mostra improvvise debolezze, cedimenti e calcoli di parte. Una messa in scena leggera e profonda, dove una ricerca d’attore, che evoca i linguaggi del cabaret e del pastiche comico, incontra un livello di pensiero complesso e inusuale raccogliendo e rilanciando suggestioni da Goethe, Saramago e Pessoa per approdare a un’ipotesi inedita. Un rischio assoluto giocato con piena consapevolezza e voglia di far risuonare, nello spazio del teatro, domande fondanti sulla nostra identità personale e collettiva» (dalle motivazioni della giuria Premio Scenario 2009).

INFO E PRENOTAZIONI:
051/6270150 -  [email protected] - www.itcteatro.it